federico fellini

Intervista

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Fellini celebra se stesso, simulando di concedere un’intervista sui suoi quarant’anni e oltre a Cinecittà. Da quando arrivò, timido provinciale, alla rievocazione dei suoi anni gloriosi come regista della Dolce vita (Mastroianni e Anita Ekberg rivedono loro stessi nel 1959 nella Fontana di Trevi). La morale del film? Che il cinema continua a vivere (e Fellini ne è un po’ il simbolo) nonostante il cambiare della moda e l’offensiva della tv e intrecciando ricordi, sogni, realtà e fantasia

Il film è stato premiato al Festival di Cannes

regia: Federico Fellini
attori: Federico Fellini – Se stesso, Sergio Rubini – Sergio, il giornalista, Antonella Ponziani – Antonella, la ragazza sul tram, Maurizio Mein – L’aiuto regista, Paola Liguori – Katya, la diva, Lara Wendel – La sposa, Antonio Cantafora – Lo sposo, Nadia Ottaviani – La vestale, Anita Ekberg – Se stessa, Marcello Mastroianni – Se stesso, Tonino Delli Colli – Se stesso, Christian Borromeo – Christian, Adriana Facchetti – Donna che accompagna Sergio, Ettore Geri – Caposquadra costruttori, Eva Grimaldi – Aspirante attrice, Armando Marra – Il famoso regista, Pietro Notarianni – Se stesso/gerarca -, Patrizia Sacchi, Mario Miyakawa, Antonello Zanini, Maria Teresa Battaglia, Germana Dominici, Pio di Savoia, Clarita Ziniti Gatto, Francesca Reggiani, Umberto Conte, Alessandro Marino, Roberta Carlucci, Paolo Fiorino
soggetto: Federico Fellini
sceneggiatura: Federico Fellini, Gianfranco Angelucci – collaborazione
fotografia: Tonino Delli Colli
musiche: Nicola Piovani
montaggio: Nino Baragli
scenografia: Danilo Donati
costumi: Danilo Donati
aiuto regia: Maurizio Mein
genere: Commedia durata: 105 minuti.
Produzione: Italia, Francia 1987.

Note di regia

Fellini si sofferma anche a parlare del significato e del valore che lui attribuisce al cinema ed in particolare al lavoro di regista.

“Quando uno parla delle cose che conosce, di se stesso, della propria famiglia, del proprio paese, della neve, della pioggia, della prepotenza, della stupidità, dell’ignoranza, della speranza, della fantasia, dei condizionamenti politici o religiosi, quando uno parla delle cose della vita, in maniera sincera, senza pretendere di voler ammonire nessuno e senza sbandierare pesantemente filosofie o mandare messaggi, usa un linguaggio che tutti possono capire, che tutti possono fare proprio
Federico Fellini”

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