VITTORIO DE SICA

I Girasoli

i girasoli de sica

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i girasoli de sica
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I Girasoli

Trama

Al fine di evitare la partenza per il fronte africano, Antonio, un soldato settentrionale, sposa la napoletana Giovanna, cui si sente subito legato da grande passione. Quando si fingerà pazzo per non doversi più separare da lei, scoperto, dovrà partire per la campagna di Russia. Dopo la ritirata del 1943, i soldati italiani ritornano a casa, ma non Antonio, che figura nelle liste dei dispersi. Decisa a non mollare e convinta com’è che sia ancora vivo, la risoluta Giovanna partirà per cercarlo fino in Russia e in Ucraina.
Tra l’insuccesso di Amanti e il quasi trionfo di Il giardino dei Finzi Contini, Vittorio De Sica firma la regia di I girasoli, una produzione Carlo Ponti che appare ben più degna di quanto si sia generalmente scritto o detto. A differenza di altri film del periodo in cui si limitava a prestare soltanto il proprio distaccato professionismo, il grande regista si dimostra, di nuovo, in accordo ideale con il cuore della storia: il dramma di chi rimane a casa ad aspettare un ritorno, infatti, viene raccontato con sentita partecipazione e lampi di toccante e dura verità, si pensi al momento in cui viene spiegato il senso del titolo. Al regista capace come nessun altro di tenere in equilibrio impegno e sentimento riesce meglio la prima parte – il ritorno in treno dei reduci, il viaggio e la la ricerca, le immagini dei soldati sfiancati dal freddo russo sovrastate dalla bandiera rossa – piuttosto che la seconda in cui il racconto si trasforma in un romanzone poco credibile e eccessivamente lacrimoso. In certo senso, è come se il copione, scritto da Cesare Zavattini e Tonino Guerra con la collaborazione di Giorgi Mdivani, fosse scisso in due parti nettamente separate, con l’indagine in chiave storica che sfuma nel particolare di una vicenda legata soltanto al tradimento e alla passione; anche in questa seconda parte, tuttavia, si può rimanere affascinati dalla sintonia della coppia Loren-Mastroianni, per l’ultima volta diretti da De Sica, in una delle loro prove più fisiche e esplicite.
Spezzettato da una struttura a flashback che sottolinea i contrasti e meglio nasconde le ellissi, è forse lavoro di compromesso, ma mai fasullo o ipocrita, un melodramma magari sfacciato, ma in grado di stemperare tinte forti e scene madri con pagine felici e ricercate (l’incontro tra Giovanna e Masha è una di queste).
In una delle sequenze finali, il bambino di Giovanna è interpretato da Carlo Ponti Jr., figlio di Sophia Loren e Carlo Ponti.

La colonna sonora di Henry Mancini fu candidata all’Oscar
David di Donatello 1970 a Sophia Loren come Miglior Attrice

Regia: Vittorio De Sica
Attori: Sophia Loren – Giovanna, Marcello Mastroianni – Antonio, Ljudmila Saveljeva – Mascia, Anna Carena – Madre di Antonio, Galina Andreeva – Valentina, Nadia Cerednicenko – Contadina, Germano Longo – Ettore, Glauco Onorato – Reduce, Silvano Tranquilli – Operaio italiano in Russia, Pippo Starnazza – Impiegato ufficio informazioni, Marisa Traversi – Prostituta, Carlo Ponti Jr. – Figlio di Giovanna, Gunnar Cilienskij – Ufficiale sovietico, Gunnar Zilinskii – Ufficiale sovietico, Giorgio Basso, Gianni Bortolotto, Giuliano Girardi, Dino Peretti, Umberto Di Grazia
Soggetto: Cesare Zavattini, Tonino Guerra
Sceneggiatura: Tonino Guerra, Cesare Zavattini, Gheorgij Mdivani – collaborazione
Fotografia: Giuseppe Rotunno, Giancarlo Ferrando – operatore, Beppe Maccari – operatore
Musiche: Henry Mancini
Montaggio: Adriana Novelli
Scenografia: David Vinitski, Piero Poletto
Arredamento: Giantito Burchiellaro
Costumi: Enrico Sabbatini
Aiuto regia: Luisa Alessandri, Paolo Serbandini
Altri titoli:
Les fleurs du soleil
Sunflower
Podsolnuchi
Durata: 107
Colore: C
Genere: Drammatico
Specifiche tecniche: Panoramica, 35 mm – Technicolor
Produzione: Carlo Ponti per Compagnia Cinematografica Champion, (Roma) Arthur Cohn per Les Film Concordia (Parigi), MosFilm (Mosca)
Distribuzione: Euro Internationa Film (1970) – Domovideo, General Video, San Paolo Audiovisivi – SurFil.
Anno: 1970

 

Critica
“(..) Come appare chiaro, l’intento degli autori era di fare un grosso romanzo popolare, una macchina di sicura presa emotiva e commerciale. (..) De Sica raggiunge (in varie scene) l’estremo dell’effetto nell’estremo della semplicità (..) e crea l’atmosfera emotiva che permette a una tragica e splendida Loren di toccare coi mezzi più semplici tutte le corde della disperazione e della pietà (..). Un altro personaggio bellissimo la Mascia di Ludmilla Saveljeva (..) Mastroianni (..) appare talvolta disorientato (..)” (F. Sacchi, ‘Epoca’, 29 marzo 1970)

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